Castello di Monte Sant'Angelo

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IL CASTELLO NORMANNO - SVEVO - ANGIOINO - ARAGONESE DI MONTE SANT'ANGELO

Le più antiche testimonianze storiche sulla edificazione della fortezza, risalgono ai tempi di Orso I, vescovo di Benevento e Siponto, il quale, se si deve far fede a quanto riportato in un documento del principe longobardo Pandolfo (datato 979), avrebbe fatto edificare ex novo, negli anni 837-838, il "Castellum de Monte Gargano", il cui nucleo primitivo subì, nel corso dei secoli continui ampliamenti e rifacimenti.

Con l'avvento dei Normanni, il Castello divenne dimora dei principi della Signoria dell'Honor Montis Sancti Angeli"; fu di Rainulfo, conte di Aversa, e poi di Roberto Guiscardo, che nella seconda metà del XI secolo, dopo aver cinto di mura la città, fece riedificare la sua parte più antica: la cosiddetta Torre dei Giganti, poderosa costruzione di forma poligonale alta 18 metri e con mura spesse 3,70 metri.

Con la dominazione Sveva assurse a grande importanza nel sistema di difesa del Gargano, tanto da essere uno dei tre "castra exempta", ovvero castelli privilegiati.

Nello stesso periodo subì sostanziali restauri ed ampliamenti, per renderlo degno di ospitare la prediletta dell'imperatore: la Contessa Bianca Lancia di Torino, alla quale Federico II concedeva la "Signoria dell'Onore di Monte S. Angelo" e che, in seguito, avrebbe generato i più illustri rampolli della dinastia Hohenstaufen: Manfredi, Costanza e Violante.

E' ancora superstite di quella epoca una elegante sala duecentesca con grande pilastro centrale e volte ogivali, comunemente detta Sala del Tesoro.

Gli Angioini ebbero grande cura per la fortezza, ma purtroppo di essa si servirono prevalentemente come prigione di Stato. Famose sono rimaste le detenzioni di Filippa d'Antiochia, principessa sveva, moglie di Manfredi Maletta (nipote di Federico II), che vi morì nel 1273. Ancora di più quella della regina Giovanna I che ivi, probabilmente, venne assassinata nel 1382, e le cui spoglie furono poi conservate nella chiesa di San Francesco.

I principi Durazzeschi ne fecero il loro quartiere generale nella guerra contro i cugini Angioini, e la loro propria dimora abituale; qui infatti nel 1351 vide la luce Carlo III di Durazzo, che divenne poi re di Napoli e d'Ungheria.

Toccò tuttavia agli Aragonesi portare il castello alla antica magnificenza. Nel XV secolo, tra il 1491 ed il 1497, il castello assunse l'aspetto che conserva tuttora.

Il pericolo incombente delle invasioni turche, e l'invenzione delle armi da fuoco, resero indispensabili interventi radicali di costruzione (dovuti con tutta probabilità a Francesco di Giorgio Martini, il più famoso ingegnere militare del XV secolo), quali:
altissime cortine con doppio ordine di finestre;
due robuste torri circolari, agli estremi dei lati Sud e Ovest; un torrione a pianta ogivale (a mandorla), come difesa antemurale ad Est, lungo 21 metri ed alto 11;
il fossato e l'ampio portale d'ingresso munito di ponte levatoio, un tempo sorretto dal primo dei due archi, su cui poggia l'attuale ponte in pietra.

Per poco più di un ventennio, dal 1464 al 1485, la fortezza appartenne all'eroe albanese Castriota Scanderberg. Poi Federico, ultimo re aragonese, nel 1497 lo concesse a Consalvo da Cordova, detto il "Gran Capitano". Nel 1552 il castello passò nelle mani dei Grimaldi che assunsero anche il titolo di Baroni di Monte S. Angelo, fino al 1802, allorchè per volere di Ferdinando IV di Borbone venne ceduto al Cardinale Ruffo di Calabria che lo trovò barbaramente smantellato dai liberali del tempo per una malintesa manifestazione di odio contro il feudalismo. Gli eredi del Cardinale Ruffo infine vendettero il Castello al Comune di Monte S. Angelo nel 1907.

Da recenti studi, si evince che il Castello di Monte S. Angelo è stato costruito su di una Necropoli dell'età del ferro.

da: Gestione ECOGARGANO

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